[CoSe CoSì ]

Il treno lentamente portava via il ricordo di quella piccola finestra affacciata sulle verdi colline Umbre. C'era il sole d'aprile a dicembre. La folla che gremiva il centro Storico e diecimila lingue che si rincorrevano senza mai raggiungersi. L'allegria di chi si sente fuori dal mondo e l'amarezza di chi ha capito in che mondo vive. Sensazioni, emozioni ,voci che si confondono fino ad annullarsi!!!
Un bellini on the rocks seduti sul medioevo di una città. 
Le scale mobili nella rocca paolina scendono lentamente fino a quella porta...due piani di scale ripide su muri etruschi che se ne fregano delle nostre inquietudini, di che Dio preghiamo ,in cosa crediamo e cosa faremo. Stanno lì da talmente tanto tempo e hanno visto così tante persone correre su per quelle scale e poi mi chiedo :"Per arrivare dove?" Per arrivare sino a quella finestra che disegna un quadro di Monet in un giorno di primavera che arriva d'inverno, che fa spalancare le persiane facendo entrare odori, musiche e sensazioni che appartengono alla terra e lambiscono dolcemente il volto inebriando la stanza. Siamo una corsa affannosa verso mete sconosciute. Ci fermiamo ad ammirare paesaggi disegnati ad acquerello che il primo acquazzone spazza via, disfiamo valigie che l'indomani ricomponiamo lasciando sparsi nella stanza pezzi di un vissuto a cui volutamente sfuggiamo. Il biglietto in vista sul tavolo del prossimo treno, autobus, aereo e via lontano verso la prossima finestra affacciata su un mondo che a stento riesce a trattenere l' alba. 
Un'altra corsa  verso quello spazio piccolo e confuso che appartiene solo a noi due.
La porta si chiude e tutto resta fuori ... 
fino al prossimo treno. 

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